VENTENNIO O XXI SECOLO ? Di questi tempi questa domanda sorge spontanea (non solo in Italia) superando l’abusato mediatico dilemma che s’interroga se quel che stiamo vivendo sia commedia all’italiana, burla goliardico-patetica o tragedia greca … Ma non c’è molto da ridere…. Qui sotto trovate due lettere, la prima di G.M.Tosatti che ci illumina sullo stato attuale della cultura (di governo) a partire dalla sua esperienza di direttore della Quadriennale, la seconda un appello già firmato da migliaia che riguarda il recente Ddl sulla sicurezza 1660 chiamato da molti “vedenti” ( e non “dormienti”) l’anti Gandhi, Ddl che rispecchia l’orientamento che con il nuovo ordinamento riguardo il voto in condotta nella scuole di fatto da ai presidi l’arma per soffocare al nascere ogni possibile dissenso studentesco anche non violento (compresa l’autogestione che si fa in sinergia con il corpo insegnante), accomunando in un sol fascio (che perfetta omofonia!) bullismo, violenza a persone e cose e atto o pensiero politico in pur pacifica azione.
Tornando alla lettera di Tosatti, il casus bellis è la censura che l’articolo ha ricevuto 2 ore dopo essere stato pubblicato dal Giornale dell’Arte, diciamo “censura sotto banco”, per pressioni esterne che hanno indotto l’editore a ritirare l’articolo (contundente) che semplicemente, oltre a ricordare l’encomiabile immenso lavoro fatto dalla Quadriennale sotto la direzione di Tosatti, dava resoconto che tutto ciò che era stato lodevolmente impostato era di fatto stato cancellato dal nuovo Direttorio eletto dal succitato Governo, il quale si è premurato bene di far tornare la Quadriennale all’antica sonnolenta e passatista attività, visto che lo sguardo più che al presente e alle nuove generazioni (che dovrebbe essere la sua mission quadriennale) vira – come scritto da Tosatti – verso “Arte e Fascismi” e governative rievocazioni del Futurismo… recente è la polemica degli studiosi che da oltre un anno si stavano occupando della preparazione della grande mostra sul Futurismo alla GNAM (… dopo quella su Tolkien) e che sono stati poi estromessi (dallo stesso Ministero che li aveva “nominati”) per lasciare spazio alla mirabile esperienza curatoriale e storica del Ministero stesso della Cultura, del Minculpop redivivo…. meglio far le cose in casa… “Cosa Nostra” insegna, lo Stato impara…
Tosatti con il suo incredibile impegno , corroborato dal redivivo staff della Quadriennale e da critici e artisti delle ultime generazioni, aveva fatto un lavoro immenso, che resta come esempio per futuri direttori che vorranno – invece di godersi il “titolo” e stare pancia all’aria (organizzando una mostra ogni 4 anni, la ‘famosa’ paludata Quadriennale che abbiamo ereditato dal Ventennio, e qualche party bon ton) – mettersi veramente, follemente, intelligentemente, al lavoro! Siamo o no una Repubblica fondata sul Lavoro (e sui lavoratori)?! … Forse no, siamo una Repubblica governata da Baroni, Presidi e poliziotti in borghese (ovvero che non lavorano per la Polizia, lavoro onorevole, ma fanno “Pulizia”, con ogni mezzo).
Andrea Fogli & La Società Lunare
LA LETTERA (censurata) di TOSATTI
Cari colleghi artisti,
Vi scrivo per ringraziarvi e per dirvi che è stato un grande piacere e un onore, per me, lavorare con ognuno di voi attraverso la Quadriennale di Roma.
Ho imparato molto da voi e ho avuto conferma delle ragioni che mi hanno sempre fatto credere nel grande valore che l’arte del nostro paese ha prodotto in questi ultimi decenni.
È stato bello mettersi al servizio di molti, soprattutto giovani, e vedere che, nella generalizzata sfiducia verso le istituzioni, Quadriennale, nei due anni effettivi in cui la mia direzione ha potuto portare avanti il suo progetto, ha saputo conquistarsi grande credibilità sul campo attraverso un impegno basato sul metodo e su di una ricerca di carattere scientifico.
Il merito è soprattutto degli oltre trenta curatori che hanno lavorato con continuità al servizio dell’istituzione. Aver costituito una rete stabile di intelligenze critiche, impegnata in uno sforzo sempre corale, è stato un atto di militanza culturale importantissimo.
Tutto questo ha consentito di ristrutturare la Quadriennale di Roma, restituendole il ruolo nodale che tale istituzione dovrebbe avere nel produrre ricerca, investimenti e promozione internazionale per gli artisti che vivono o lavorano nel nostro paese.
I numeri parlano chiaro.
Escludendo le mostre a Palazzo delle Esposizioni e le attività dell’archivio, dal 2009 al 2021 la Quadriennale ha prodotto una media variabile tra zero e due progetti l’anno.
Sotto la mia direzione artistica l’istituzione ha prodotto, già dal primo anno di attività, ben ben 21 progetti, ognuno dei quali ha avuto molteplici esiti.
Voglio prendermi il tempo di nominarle tutte queste iniziative a cui molti di voi hanno partecipato:
1) Il progetto Panorama, ci ha fatto entrare in circa 500 studi di artisti italiani, dandoci la possibilità di conoscere e approfondire in modo orizzontale la nostra scena artistica.
2) Il progetto di residenza curatoriale under-30, ha aperto annualmente una posizione istituzionale per i giovani curatori italiani.
3) Il progetto della nostra rivista Quaderni d’arte italiana, ha approntato una prima stesura della storia dell’arte italiana del XXI Secolo; il valore di questo lavoro emergerà nei prossimi 50 anni.
4) Il progetto dell’Annuario dell’arte italiana è stato una sintesi formidabile del dibattito critico attuale.
5) La collana di pubblicazioni scientifiche ci ha consentito di presentare a tutti le ricerche da noi commissionate durante questi anni.
6) La creazione di un network inter-universitario ha stimolato la ricerca accademica sull’arte italiana del XXI Secolo con convegni nazionali e internazionali.
7) La creazione di un database per il confronto tra le ricerche di dottorato sull’arte italiana, ha incoraggiato la collaborazione nello studio e la condivisione delle bibliografie.
8) Un premio annuale ci ha consentito di pubblicare la migliore tesi di dottorato sull’arte italiana contemporanea.
9) Abbiamo istituito una borsa di ricerca annuale post dottorato sull’arte italiana del XXI Secolo.
10) Abbiamo istituito una borsa di ricerca annuale sull’arte digitale in Italia.
11) Un programma di residenza ha avuto il compito di mandare degli artisti italiani che lavorano con il digitale presso centri internazionali di eccellenza tecnologica al fine di far crescere le proprie ricerche.
12) Il programma di 6 mostre annuali a Palazzo Braschi, basato su saggi commissionati ai migliori curatori italiani e stranieri, ci ha guidato tra le traiettorie più interessanti dell’arte italiana del XXI Secolo.
13) Il programma di 11 mostre annuali a Palazzo Braschi dedicate ai migliori giovani artisti italiani (quasi tutti under 30), ha aiutato una generazione ad emergere nei tempi giusti.
14) Il programma di sostegno alla presenza italiana nelle istituzioni culturali internazionali ha reso possibili tre grandi mostre personali fatte in collaborazione con tre importanti musei stranieri (Roberto Cuoghi al Friedricianianum di Kassel, Giuseppe Stampone al MAMBO di Bogotà e Rossella Biscotti al Fabra i Coats di Barcellona) e la realizzazione di due padiglioni italiani all’interno di due Biennali internazionali (Gwangju e Malta).
15) Il programma di residenza per direttori e curatori di musei internazionali volto alla conoscenza della scena artistica italiana del XXI Secolo ha prodotto saggi critici utili ai nostri progetti espositivi ed editoriali.
16) Il lavoro di diplomazia culturale con il sistema dell’arte internazionale portato avanti da una specifica figura appartenente al team dell’istituzione ha contribuito a riposizionare l’istituzione sul piano delle collaborazioni straniere.
17) La creazione di un tavolo permanente con il Ministero degli Affari Esteri ha fornito supporto scientifico al lavoro degli Istituti Italiani di Cultura
18) Il progetto Et in Arcadia ego, ha dato sostegno e ospitalità agli artisti e curatori ucraini durante la guerra. 19) La realizzazione di un festival annuale è stata occasione di incontro e lavoro tra le istituzioni culturali italiane.
20) Il programma di lezioni sull’arte del XXI Secolo ha contribuito alla formazione del Pubblico
21) Il programma di mediazione culturale sulle mostre a Palazzo Braschi comprendente anche il laboratorio di scrittura critica per gli studenti delle università di Roma è stato il primo passo di un progetto che avremmo voluto allargare a tutto il territorio nazionale.
Unica nota dolente, ahimè, è che dal 5 marzo questi progetti non esistono più.
Sono state, infatti, da allora, completate le pubblicazioni di quanto già, praticamente, in stampa (gli studio visit e le ultime iniziative editoriali) ma tutto il resto (ad eccezione del programma di mostre, terminato – a parere dello scrivente – per la mancata attività di necessaria diplomazia inter-istituzionale da parte di chi avrebbe dovuto condurla) è stato interrotto dal nuovo CdA, non appena insediato, senza che il sottoscritto abbia potuto far alcunché per evitarlo.
Lo stesso CDA ha infatti altresì ritenuto unanimemente che pur avendo avuto davanti altri sei mesi di contratto come direttore artistico dell’istituzione, non sussistesse un dovere da parte di quest’organo di consultare il sottoscritto e «coinvolgerlo nelle riflessioni e nelle decisioni relative alla ideazione e alla realizzazione del nuovo progetto culturale della Fondazione. Questo perché per Statuto, il Cda, proprio in quanto organo di indirizzo della Fondazione, non appena insediato in carica provvede a definire, con totali autonomia e sovranità, le linee del progetto culturale che intende realizzare nel periodo del proprio mandato e a scegliere le personalità che ritiene più idonee a realizzare il nuovo progetto».
Dopo, quindi, i sei mesi (agosto 2023-febbraio 2024) di attività semi-congelate dall’attesa che gli organi competenti si prendessero tutto il tempo per nominare il presidente e i consiglieri d’amministrazione, ho visto, nei sei mesi successivi (marzo-settembre 2024) svanire le attività da me condotte in forza di decisioni prese sopra la mia testa.
Dico questo soprattutto per rispondere alla giustificata curiosità di chi si sia domandato il perché, in questo ultimo anno, Quadriennale sia risultata “inefficiente” rispetto al biennio precedente. Le circostanze cui ho fatto riferimento hanno paralizzato completamente il terzo anno del mio mandato.
Spiace notare che, ad eccezione della grande mostra periodica a Palazzo delle Esposizioni – la cui nomina dei curatori ho appreso solo dai giornali -, il nuovo progetto culturale di Quadriennale non abbia, fin qui, portato avanti un solo progetto, una sola attività.
Personalmente, mi limito a notare che un’istituzione appena modernizzata e resa capillare è tornata ai fasti del 1927, finendo per gestire un’unica mostra che si svolge ogni quattro anni.
Alla scadenza naturale del mio mandato, comunque, al di là dei modi e dei toni con cui essa ha preso forma, ho avuto modo di comprendere come la mia progressiva esclusione non sia stata un fatto personale. Evidentemente il dimensionamento de facto di un manager che ha prodotto, in soli due anni di lavoro, un incremento delle attività di oltre il 1000% (mille per cento!), decuplicando i progetti attraverso cui si è cercato di servire alle necessità del nostro sistema culturale, non può che rientrare nell’orizzonte di una visione differente, meno manageriale e più politica, che ben si raccorda con progetti di rivalutazione e celebrazione di Giovanni Gentile, con mostre intitolate “Arte e Fascismo” (di cui l’attuale presidente di Quadriennale si è espresso con entusiasmo sulle pagine di questo giornale), con progetti espositivi sul Futurismo direttamente gestiti dal ministero e con altri programmi simili. Per cui, valuto la mia estromissione con realismo. Effettivamente, io con questi programmi non c’entro niente. E sarà un sollievo non aver preso parte a siffatte scelte culturali.
Gian Maria Tosatti
……….
L’APPELLO CONTRO IL DDL SICUREZZA 1660 (“anti Gandhi”)
Al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella / Alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni
(chi volesse aderire può scrivere a democraziaedissenso@gmail.com)
La democrazia, così come la cultura, sono fondate sulla possibilità di dissentire. Solo il dissenso permette la diversità delle posizioni e delle idee, solo il dissenso mette al vaglio la verità e la giustizia, solo il dissenso è alla base del pensiero.
L’itinerario che l’attuale governo sta perseguendo fin dal primo giorno e che culmina con una legge, il Ddl “sicurezza” 1660, detto anche legge anti-Gandhi, che proibisce in tutte le sue forme, attiva e passiva, disarmata e non violenta, ogni dissenso, manda oggi al macero la democrazia e la cultura che il dopoguerra ha pazientemente costruito, con il sostegno della Costituzione della Repubblica Italiana, proclamata da Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947.
Noi, cittadine e cittadini italiani ci riconosciamo in questa Costituzione, nei principi e nelle libertà che ci ha fino a oggi garantito, e ci rifiutiamo di rinnegare 77 anni di democrazia e di cultura, compiendo l’orribile salto indietro in una stagione che credevamo sepolta.
Noi cittadine e cittadini italiani ci riconosciamo nella libertà di pensare e di esprimere il nostro pensiero sotto ogni forma, parlata e scritta, stampata e diffusa con qualsiasi mezzo, di riunirci e associarci pacificamente, di informare ed essere informati, di insegnare ed essere istruiti, di scegliere liberamente la nostra occupazione, il nostro domicilio e liberamente viaggiare; e riconosciamo queste libertà per noi, gli stranieri e gli apolidi, i rifugiati e i richiedenti asilo, e intendiamo esercitare i nostri diritti inviolabili, a cominciare dal diritto di solidarizzare con chi si oppone, sia con lo sciopero che con l’occupazione pacifica o con manifestazioni pubbliche di dissenso, con chi reclama dallo Stato leggi che permettano alla nostra terra di difendersi da catastrofi climatiche o dagli orrori delle guerre e infine con chiunque risponda al richiamo della giustizia e della pietà: e se questi sono reati, ci autodenunciamo responsabili di questi reati, passati, presenti e futuri, tutti e ciascuno, consapevoli che solo così facendo possiamo proteggere la democrazia e la cultura che da 77 anni ci appartengono e di cui andiamo fieri.
Primi Firmatari:
Luisa Morgantini
Moni Ovadia
Luciana Castellina
Carlo Ginzburg
Luisa Ciammitti
Elena Basile
Angelo D’Orsi
Nadia Urbinati
Alessandro Bergonzoni
Ugo Mattei
Ida Dominijanni
Pier Giorgio Ardeni
Ginevra Bompiani
Lidia Ravera
Chiara Sereni
Paolo Cento
Cristina Rinaldi
Maurizio Acerbo
Agnese Manni
Enrico Peyretti
Maria Angela Manfredi
Emilio Mastrorocco
Paolo Mottana
Vincenzo Ostuni
Maso Notarianni
Piero Bevilacqua
Paolo Bartolini
Giovanna Masala
Rosaria Guacci
Liliana Omegna
Stefania Muroni
Carlo Penco
Laura Barile
Paolo Ferrero
Francesco Di Matteo
Gian Andrea Franchi
Michele Sommariva
Antonella Bruzzo
Maria Armida Leuzzi
Piera Torselli
Rosario Maria Romeo
Francesco Buccellato
Nello Rinaldi
Enrica Origo
Maria Ponti
Silvia Marzocchi
Fabio Bracci
Maria Gianotti
Gaetano Grasso
Alessandra Frisan
Patrizio Agostini
Claudia Berton
Giancarlo Vitali
Carlo Ghirardato
Carolina Ciampiglia
Domenico Leon
Paolo Pasquini
Norman Bates
Franco Ventriglia
Giulia Siviero
Rossella Aquila
Andrea Fumagalli
Iain Chambers
Josè Maria Tarallo
Giuseppe Aragno
Caterina Mazzocolin
Enrico Calamai
Stefania Portoghesi
Luca Alessandrini
Stefania Tuzi
Italo Spinelli
Emilia Lodigiani
Giuseppina Torregrossa
Loretta Santini
Daniela Di Sora
Maria Pace Ottieri
Giorgio Positano
Marco Inglessis
Giuseppe Mazzacolin
Lorenzo Bandini
Simone Micozzi
Rosaria Lo Russo
Antonella Calise
Monica Cerroni
Alessandro Triulzi
Alessandra Bertucce
Maurizio Guerri
Linda Santilli
Giovanni Russo Spena
Eleonora Florenza
Filippo Barbera
Laura Marchetti
Claudio Grassi
Enrico Palandri
Franco Berardi Bifo
Claudia Brighetti
Sergio Caserta
Francesco Sylos Labini
Alessandra Algostino
Livio Pepino
Sergio Labate
….e migliaia di altri che aderiscono giorno dopo giorno