“Tutto ciò che è profondo ama la maschera”. Già. Eppure il disagio, misto a troppa sopportazione, di non riconoscerci quasi, per strada e nei locali pubblici, dato l’obbligo, imposto se non autoimposto, di coprire la parte inferiore del volto con una mascherina, non ci abbandona. Forse ha una storia. Non una lunga storia, una storia recente, che data dallo stesso (inconfessato e sopportato) disagio di quando la rappresentazione del volto umano nell’arte incominciò a essere snobbata come l’uva lo fu dalla volpe impotente e, pertanto, a essere considerata kitsch …… non fermarti, leggi tutto l’articolo »