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Dopo il Duetto#1 con Alessandro Twombly di settembre e l’anteprima-happening di giugno a cui hanno partecipato vari autori, il racconto artistico degli ultimi quaranta anni che Andrea Fogli vuole tessere con una serie di mostre e incontri con artisti, scrittori o filosofi che fanno parte del suo percorso, continua con Marilù Eustachio e Monica Ferrando, e il secondo tempo della mostra ALI DI FARFALLA. Inaugurata come progetto della rinascente Società Lunare esattamente tre anni fa alla Biblioteca Vallicelliana di Roma, in un altro tempo ormai, il dialogo tra i tre artisti riprende ora con lavori dell’ultimo anno per Ferrando e Fogli, e con uno inedito della fine degli anni ’90 per Eustachio – una serie di volti che ben corrisponde alla dimensione notturna, alla neritudine ombrosa dei “paesaggi” recenti degli altri due, inserendo in questo disabitato silvestre contesto la presenza umana.
Resta intatta nel secondo tempo bassanese, in un’unica grande teca bifronte, una parte della mostra romana che dentro le antiche teche della sala Borrominiana raccoglieva quaderni-diario, disegni, libretti-leporello, incisioni e vari omaggi ad autori cari ai tre artisti; sarà inoltre riproposto, anche con lettura dal vivo, il piccolo prezioso libro-catalogo edito allora da Odilon/SocietàLunare con immagini e scritti inediti degli artisti.
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Monica Ferrando presenta 16 disegni a pastello su carta nera della serie Il volo detta terra, realizzati durante le visite quasi quotidiane, dall’autunno del 2020 a oggi, dentro i siti rupestri sparsi nel territorio della Tuscia, da Grotta Porcina e Norchia a Bomarzo, da San Giuliano a Blera, da Castel d’Asso a San Giovenale. In questo gruppo di opere – come nota l’artista – “non c’è più alcuna separazione tra terra e memoria, tra mondo vegetale e umano, tra Chton (la terra del mistero) e Ghe (la terra del volo).
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Andrea Fogli espone 16 piccoli dipinti a tempera su cartolina della serie Voyage au centre du Monde realizzati (tranne tre del 2008) dal febbraio 2021, inizialmente a Roma nei tetri mesi di inizio d’anno, poi da luglio nello studio nella campagna di Penna in Teverina, con un risveglio cromatico e una luminosità che derivano dalla vista quotidiana dellla valle tiberina, di Bassano e dei monti Cimini, e da un nuovo diverso percorso esistenziale.
Marilù Eustachio partecipa con 16 piccoli dipinti su cartone, una serie inedita di volti della fine anni ’90, per lo più figure con cappello, quasi interamente nere, per cui vale quanto annotò la pittrice nel 2010: “Emergono dal buio verso la luce, dall’indistinto al distinto, dall’assente al presente, o, viceversa, vanno dalla luce verso l’ombra”.
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A.Fogli, cartella di incisioni Tre Profezie di Leonardo, 1984; acquerelli per “Luce coatta” di P.Celan, 1992; Il buco nero, diario leporello, 2008; acquerello s.t. del 1985.
M.Ferrando, Libro a pastelli che illustra verso per verso la Prima Egloga di Virgilio
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M.Eustachio, Taccuini, 1986/2022
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A.Fogli, Disegni neri e cartella dedicata alle “Vergini” di Baudelaire, 1982/83
M.Ferrando, D’apres Poussin (rotolo), s.d., e Quaderno di studi, 2010